Teatro

GIORNATA DELLA MEMORIA: BRUNDIBAR AL TEATRO NAZIONALE

GIORNATA DELLA MEMORIA: BRUNDIBAR AL TEATRO NAZIONALE

Tra i luoghi dell’orrore in cui si è consumata la Shoah, un posto speciale lo occupa la fortezza di Terezin, a 60 chilometri da Praga, trasformata nel 1942 in un ghetto speciale dove vennero rinchiusi , tra gli altri sfortunati, ebrei di una certa notorietà. Oltre ai veterani della grande guerra, vi vennero  concentrati artisti, scrittori, intellettuali ed importanti personalità la cui scomparsa avrebbe potuto allarmare gli osservatori di altri paesi. Periodicamente dalla fortezza partivano i treni per Auschwitz, ma l’attività del campo si prestava ad ingannare l’opinione pubblica internazionale e ad occultare l’ormai avviato piano di sterminio degli ebrei  e degli altri gruppi presi di mira dai nazisti. A fini di propaganda si permettevano agli internati iniziative artistiche e ricreative impensabili negli altri lager, la presenza di compositori, artisti, cantanti rese possibile l’organizzazione di manifestazioni teatrali e musicali che furono abilmente utilizzate dal regime per propagandare il trattamento umano che ricevevano gli internati e nascondere così le reali finalità del campo. Tra le messinscene che ebbero maggiore successo ci fu “Brundibar” (Lo strimpellatore), opera per bambini composta dal musicista ceco Hans Krasa nel 1938. Lo stesso Krasa fu rinchiuso a Terezin dove, con l’incarico di direttore delle attività musicali, mise in scena l’opera che fu anche ripresa in parte in un filmato propagandistico nazista per confutare le voci di sterminio che si facevano sempre più incalzanti. Nell’autunno del 1944 si intensificarono i trasferimenti ad Auschwitz ed anche Hans Krasa vi morì in una camera a gas. La rappresentazione dell’opera a Terezin fu favorita da un altro dato agghiacciante, la presenza di 15000 bambini, quasi tutti sterminati, per i quali fu organizzata  da Friedl Dicker-Brandeis, artista viennese formatasi al Bauhaus di Weimar ed in seguito internata a Terezin, una scuola di disegno e pittura di cui dopo la fine della guerra, furono trovati circa 4000 disegni .

La vicenda narrata dalla fiaba è lineare, due fratellini, Aninka e Pepicek, cercano del latte per la mamma malata, non hanno soldi e non sanno come fare. Tra i personaggi del villaggio vedono Brundibar, un suonatore di organetto che guadagna molti soldi cantando in piazza. Cercano di imitarlo, ma con scarso successo, anzi vengono cacciati dallo stesso strimpellatore e da un poliziotto. Avviliti e delusi, impauriti dal freddo e dal buio della notte si addormentano. Tre animali, il Passerotto, il Cane ed il Gatto decidono di aiutarli e con l’aiuto dei bambini del paese formano un grande coro che permetterà ai due fratellini di guadagnare una bella cifra. Il malvagio Brundibar si appropria dei soldi, ma tutti i bambini lo inseguono e recuperano il maltolto. L’apologo va letto con l’occhio dell’epoca: di fronte alle prepotenze ed alle ingiustizie l’unica via d’uscita è la solidarietà e l’unione delle forze.

In occasione della Giornata della memoria, il Teatro dell’Opera di Roma  ha messo in scena “Brundibar” con un cast formato dai bambini del Coro delle Voci Bianche  e l’Orchestra Giovanile dello stesso teatro. La suggestiva ambientazione di Michele Della Cioppa, che ricrea gli ambienti e gli spazi di detenzione di Terezin, insieme ai costumi di Anna Biagiotti ed alle livide luci di Patrizio Maggi, ci precipitano nel clima della tragedia che neanche il lieto fine della fiaba riesce a stemperare. La misurata ed efficace regia di Cesare Scarton  ci trasmette molti brividi, con il lungo corteo di bambini nelle cupe grigie divise da internati o, quando nel finale, si vedono le silouette in controluce mentre si sente lo sferragliare del treno per Auschwitz. La direzione di Josè Maria Sciutto valorizza la musica di Krasa, le voci bianche e l’orchestra esprimono con efficacia lo spirito dell’opera, che, nella sua apparente semplicità, è rappresentativa degli stilemi musicali europei dell’epoca.